IIT presenta il primo robot seme biodegradabile e mutaforma

IIT presenta il primo robot seme biodegradabile e mutaforma

IIT presenta il primo robot seme biodegradabile e mutaforma
IIT presenta il primo robot seme biodegradabile e mutaforma

Il primo robot seme biodegradabile in grado di mutare forma con l’umidità è stato creato da IIT, il gruppo di Barbara Mazzolai in collaborazione con l’Università di Trento, nell’ambito del progetto europeo I-Seed. Il prototipo è ispirato ai semi del geranio sud-africano ed è il primo al mondo in grado di trasformarsi e muoversi nell’ambiente, in modo autonomo e senza l’uso di batterie o altre sorgenti esterne di energia.
Com’è composto?
L’innovativo seme-robot artificiale è costituito da materiale biodegradabile e potrebbe essere utilizzato in ambiti disparati che vanno dal monitoraggio ambientale alla riforestazione.
Pubblicato su “Advanced Science”, il lavoro è il risultato di una attenta osservazione della natura e delle piante, costante fonte d’ispirazione per il gruppo di ricerca del laboratorio “Bioinspired Soft Robotics” di IIT.
Qual è lo scopo del progetto?
L’obiettivo è imitare le strategie degli esseri viventi o delle loro strutture, e replicarle in tecnologie robotiche a basso impatto ambientale in termini energetici e di inquinamento.
È in questa ottica che il seme artificiale I-Seed è in grado di replicare la struttura igromorfica del seme di un geranio di origini sud-africane e di mutare forma in reazione alle variazioni dell’umidità.

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Il robot biodegradabile sfrutta tessuti morti a base di cellulosa e privi di metabolismo che riescono a deformarsi sfruttando esclusivamente le variazioni di umidità ambientale.
Come si è arrivati alla soluzione migliore?
Semplicemente utilizzando e combinando tecniche di stampa 3D ed elettrofilatura, sperimentando diversi materiali con caratteristiche adattabili al tipo di applicazione desiderata. Questi robot biodegradabili e autonomi da un punto di vista energetico potranno essere utilizzati come strumenti wireless, senza batteria, per l’esplorazione e il monitoraggio del suolo superficiale, e impiegati per raccogliere dati in-situ con elevata risoluzione spaziale e temporale, soprattutto in aree remote sprovviste di altre tecnologie.

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Pubblicato da Prosdocimi

L'autrice del blog é Prosdocimi, cagnolina cinica e mordace. Vive in Abruzzo insieme alla padrona, che tra un sollazzo e l'altro la ingozza di crocchette e cotiche. C'è anche il padrone, naturalmente. Ma lavora tanto e non c'è mai...

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