Smart Working, ovvero lavorare in mobilità e non necessariamente dall’ufficio. Quali sono le cose da sapere?
Lo Smart Working, cioè il lavoro lontano dall’ufficio, è un’attività disciplinata dalla legge con una serie di regole generali su retribuzione, controlli ed eventuali sanzioni disciplinari. Vediamo cos’è e che c’è da sapere.
Come funziona?
Il lavoratore e l’azienda possono firmare un’intesa dove risulta che è possibile svolgere il lavoro fuori sede, con tempi e orari concordati e strumenti tecnologici affini a quelli dell’ufficio, fermo restando gli stessi incentivi fiscali e produttività.
L’accordo deve essere scritto?
Sì, e può essere a termine o meno, con o senza limiti giornalieri, settimanali o mensili. Anche se è da casa, inoltre, il lavoro va monitorato. Ecco perché l’accordo prevede anche condotte sanzionabili e relative sanzioni.
La sicurezza è garantita?
Sì, perché anche chi lavora fuori ufficio ne ha diritto, sancita da un’informativa scritta sui rischi professionali.
Come la mettiamo con lo stipendio?
La retribuzione è la stessa prevista nei contratti collettivi degli altri lavoratori che in azienda svolgono le medesime mansioni. Attenti dunque a chi vorrebbe pagar meno perché “tanto lavori da casa”.
Sono contemplati gli infortuni e le malattie?
Certo, perché il lavoratore va tutelato sempre, anche quando lavora da casa. E quando sta in un luogo che non è l’ufficio (come nel caso del “co-working”), ha diritto alla tutela degli infortuni eventualmente intercorsi nel viaggio di andata / ritorno da casa.
Per informazioni chiedi al Patronato o al Commercialista ♣