Le Pillole della Padrona – La Preda (2^ Parte) Breve Racconto Erotico

LA PREDA – 2^ e ultima parte

Caro lettore, per te la 2^ e ultima parte della mia Pillola. Se vuoi leggere la 1^ parte clicca qui. Buona lettura!

gigarte_opera_73236[1]

                        Notò subito l’alta statura della persona che fumava appoggiata al finestrino. Indossava un tailleur giacca e pantaloni, quasi a nascondere la silhouette voluttuosa, e in testa aveva un cappello da uomo da cui facevano capolino i capelli corti corvini. Le mani erano grandi e perfettamente curate, gli occhi di un colore scuro e profondo.

                    Vestita da uomo, era inequivocabilmente donna: la grazia con cui si muoveva, lo sguardo sfuggente e assorto e poi il suo profumo così inebriante e sensuale. Non proprio bella, era dotata di un fascino molto particolare e si divertiva a giocarci.

                 Da subito Justine decise che doveva averla per quella notte e non dovette faticare molto per centrare il bersaglio perché fu l’altra ad avvicinarsi: “Le dà fastidio se fumo?”, “Affatto” rispose Justine. E cominciarono a parlare.

                  Si chiamava Elle ed era diretta a Parigi per far visita alla sua famiglia. Entrambi i genitori lavoravano nel mondo dello spettacolo instillando nella loro unica figlia la passione per le arti sceniche. Per un po’ aveva lavorato in una compagnia teatrale calandosi nei personaggi più disparati e interpretando brillantemente anche ruoli maschili.

                Lo spirito eclettico e l’estro artistico ereditato dai genitori la inducevano a una vita all’insegna dell’ambiguità al punto da ritenere naturale vestirsi da uomo ormai in ogni occasione.

            Bastarono quattro chiacchiere condite da sguardi sempre più intensi per indurre Justine a lanciare l’amo “Ho dell’ottimo sherry in cabina, non me ne separo mai quando viaggio, che mi fa compagnia. Ti va un goccio?”. “Adoro lo sherry”. Entrarono.

              Se fu lo charme inquietante di Elle o l’eccitazione per ciò che la aspettava a Parigi o entrambe le cose, Justine non lo seppe mai. Fatto sta che dopo il primo sorso di sherry si avventò sull’altra con impeto, le cinse la testa con entrambe le mani attirandola a sé e stampandole un bacio appassionato sulle labbra.

       Elle rispose con trasporto e cominciò a spogliarla con lentezza calcolata: decideva lei i tempi e l’intensità del piacere centellinandoli.

               Justine trascorse la notte più intensa della sua vita e dopo ore di sfrenata libido si abbandonò sfinita tra le braccia dell’altra e cadde in un sonno profondo.

           Aprì gli occhi che erano le 5 del mattino e non trovando Elle nel suo letto cominciò a cercarla. Si guardò fugacemente intorno ma invano, quindi si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. “Elle?”, ma non ebbe risposta. Possibile che fosse fuggita così? E perché mai?

             Cominciava appena a riprendere lucidità dal sonno ristoratore quando si avvide che i preziosi gioielli tolti durante la notte non erano più dove lei stessa li aveva lasciati!      

       Ispezionò attentamente e con apprensione ogni angolo della cabina ma niente da fare: erano spariti!

        In preda alla frustrazione e alla rabbia più cieca uscì dalla porta urlando a squarciagola “Mi hanno derubato! Fermate il treno, maledizione!” .

             Erano passate le 8 quando la Polizia ferroviaria aveva raccolto tutte le informazioni e deposizioni, poche per la verità ma necessarie per le indagini.

           “Signora, il treno ha fatto una sola fermata a Lione, e testimoni attendibili dicono di aver visto scendere solo una decina di passeggeri, ed erano tutti uomini! Mi dispiace ma non c’è traccia della sua ladra!”

        Justine cominciò a ridere istericamente e sempre più forte tanto che i poliziotti, dapprima imbarazzati e poi infastiditi, la accompagnarono nella cabina “Cerchi di calmarsi e di riacquistare lucidità. Torneremo da lei più tardi”.

        Justine entrò e rimasta sola finalmente, cominciò a piangere per la rabbia e per la frustrazione. Elle aveva giocato sporco con lei non soltanto derubandola ma anche umiliandola nelle sue intime debolezze.

      love_lauren[1]           Si buttò sopra la cuccetta e abbandonò il braccio, quando con la mano tastò qualcosa sotto il letto. Lo prese.

     Era una boccetta di profumo a forma di cuore, semplice ma anomala perché aveva due etichette. In una c’era scritto “Elle” e nell’altra “Amanda”.

”Il gioco”: altro racconto erotico offerto dalla Padrona, clicca qui e buona lettura ♥

EROTIC E-BOOK – “THE MISTRESS’ MORSELS”

Short erotica stories, each one describing a unique scenario of pleasure, passion, lust, desire, and deceit. CLICK HERE!

THE MISTRESS’ MORSELS - copertina prova per Youcanprint

Pubblicato da Prosdocimi

L'autrice del blog é Prosdocimi, cagnolina cinica e mordace. Vive in Abruzzo insieme alla padrona, che tra un sollazzo e l'altro la ingozza di crocchette e cotiche. C'è anche il padrone, naturalmente. Ma lavora tanto e non c'è mai...

10 Risposte a “Le Pillole della Padrona – La Preda (2^ Parte) Breve Racconto Erotico”

  1. E lo credo bene, cara Suor Daliso! Se così non fosse, Giovanna non potrebbe certo essere amica di una perversa come mamma! Eh eh!

    1. Grazie per l’apprezzamento! Quanto al film… chissà, forse un giorno qualcuno lo realizzerà, e tu potrai dire “Sono stato uno dei primi a leggere la trama”! Eh eh!!
      Alla prossima, carissimo Roberto!

      1. Hiii… quando accadrà mi piacerebbe tanto dire: “E quel giorno c’ero anch’io!”. Credete sia un peccato di superbia?

          1. Ah, per fortuna!!! Per quelli (i peccati di lussuria) usufruisco dei buoni sconto che Giovanna mi regala: ne ha sempre tanti!

  2. Si, capisco (credo)… il fatto è che noi in convento non ne facciamo uso e mi sento poco idonea a sostenere una conversazione in merito.
    Sai? Siamo sempre in ‘odore di santità’ e questo ci basta.
    Forse potrebbe interessare Giovanna ma temo che (con il suo ‘problemino’) non basterebbe tutta la Provenza! La Superiora sta pensando di proporle di affiancare e sostenere una nostra Missione in Australia li, probabilmente, il suo difetto potrebbe (almeno per qualcuno) diventare un pregio ma, se da un lato la cosa mi preoccupa (mi sentirei molto sola senza Giovanna!), dall’altro fornirebbe qualche soluzione alla Superiora che si toglierebbe Giovanna dai piedi (tanto i restauri sono terminati) e si sbarazzerebbe dei piedi di Giovanna!
    Tu cosa ne pensi, piccola cara?
    Slappini, cotichelle e crocchette a te!
    Tua affezionatissima (e confusa)
    zia Daliso

    1. Cara Suor Daliso, perché dici di essere inidonea a sostenere una conversazione in merito, quando tutti sanno che “odore di santità” è l’ultimo profumo di Yves Saint Laurent? Bricconcella!!!
      Quanto a Giovanna, beh, direi che non è il caso di mandarla in Australia in Missione… non vorrei che qualche canguro la strapazzasse troppo, in barba al suo ehm “problemino”! Teniamocela noi in Convento, male che va, potremmo risolvere l’imbarazzante particolare dei “piedi” con un bel paio di babbucce! Eh eh!
      Baciotti e slappini a te e a tutto il convento da Prosdocimi!

    1. Hai perfettamente ragione, cara Suor Daliso! Infatti, Elle aveva perso il profumo, mica l’aveva venduto a Justine! I gioielli di quest’ultima non coprivano certo il valore della preziosa boccetta!

I commenti sono chiusi.