IL GIOCO – 3^ PARTE

Per te, caro lettore, la terza parte del racconto erotico “Il Gioco”: E’ la Pillola offerta dalla Padrona. Buona lettura.

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              All’improvviso un ringhio minaccioso lo distolse dal meschino passatempo; abbassò di scatto il binocolo e d’istinto rimise le braccia nell’abitacolo, ignaro su chi o cosa l’avesse fatto sobbalzare così.

            “Stai buono!” disse una distinta signora al doberman che teneva con difficoltà al guinzaglio e aggiunse “Scusi, sa, Bobby è un po’ irrequieto!”.

             Spaventato e al contempo seccato per la spiacevole interruzione, Michele rispose sgarbatamente “Se non è in grado di tenerlo a bada, perché non ha preso un barboncino invece di un cavallo?”.

         La signora, offesa, rispose a tono “Mi sono già scusato con lei, se non erro. E, per la cronaca, sono perfettamente in grado di tenere a bada il mio cane, a meno che qualche guardone non intralci la strada!”.

Punto sul vivo, Michele uscì dall’auto deciso più che mai a metterla in cagnara “Ma come si permette, maleducata che non è altro? Si faccia gli affari suoi, o vuole che glielo spieghi con le mani?”.

                   La discussione, animata e piuttosto sgradevole, non comprese le mani ma tutto il resto: insulti improperi e una buona dose di rancore dopo dieci minuti, quando finì con le reciproche maledizioni e l’allontanamento della signora.

                    Rientrato nell’abitacolo, Michele riprese in mano il binocolo per tornare al suo adorato giochino, ma scoprì che ormai era troppo tardi. Dei due amanti nemmeno l’ombra.

                     “Ma come – pensò – è già finito il divertimento? La Contessa si è stancata del Maggiordomo?” e continuò a sbirciare regolando con ostinazione la messa a fuoco. Tutto inutile: la stanza era vuota! Com’era possibile in così poco tempo?

                 Sbuffò per l’irritazione “Quella dannata rompiscatole col cane – pensò – è passata di qui giusto per rovinarmi la giornata”.

         Frustrato e indispettito decise che sarebbe subito rientrato a casa a esigere dalla moglie il piacere che una circostanza fortuita gli aveva negato.

       Seppure involontariamente, era stata Beatrice a scatenargli la libido, pertanto aveva diritto a presentarle il conto.

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