POKER VS. SCALA – Breve Racconto Erotico
A Giselle costò caro aver giocato male le sue carte…
“Poker d’Assi” disse Giselle, con ottimismo avventato.
“Non mi basta” replicò Michael, e scoprì le carte sul tavolo “Scala Reale. Hai perso, amore!”.
Gli occhi verdi di Giselle tradirono la rabbia per la sconfitta e ancor più l’ansia per quello che le sarebbe costato aver giocato male le sue carte: sapeva che l’avrebbe pagata cara.
“Ti prego, Michael, no!” lo supplicò con tono sommesso, ma inutilmente perché mai l’avrebbe distolto dall’intento di umiliarla.
Si alzarono tutti e 4 dal tavolo da gioco, e Giselle per un attimo sperò che lui volesse bloccarla per risparmiarle quell’infamia, e invece Michael la baciò dolcemente sulla bocca “Vaicon loro e divertiti, amore. Io starò a guardare”.
Giselle si costrinse a trattenere le lacrime: le era rimasto solo l’orgoglio e non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via, neanche in un momento come quello. Si avviò verso la camera, abbandonò per terra tutti gli indumenti, entrò con le altre persone e socchiuse la porta.
Michael si versò un whisky e accese una Marlboro ma la spense dopo una sola boccata. Si diresse allora verso la camera, aprì di poco la porta e cominciò a spiare all’interno.
Solo dopo molto tempo Giselle decise di alzarsi dal letto e uscire dalla camera. Prese gli indumenti da terra e se li rimise disordinatamente, stordita e imbarazzata nel constatare che l’esperienza era stata tutt’altro che spiacevole per lei.
Si vergognava di se stessa e odiava Michael per averla mortificata, costringendola a scavare nel profondo della sua intimità e ad andare oltre, alla scoperta di altre e più appaganti fantasie, e infastidita dal sorriso beffardo di lui, scaricò tutta la sua rabbia mollandogli un ceffone in pieno volto.
Michael non reagì e non disse neanche una parola nel vederla fuggire sbattendo la porta, indifferente allo scompiglio procuratole.
Per un po’ i rimasti si fissarono, cinici e perversi. Michael si appoggiò alla parete con le braccia incrociate e un sorriso complice stampato in volto “Uhm, e allora?”. Gli risposero: “Ci siamo divertite come pazze!”
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Ci sei andata pesante, non credi?
E perché mai, cara lettrice? In fondo… ho lasciato tutto all’immaginazione! Grazie per la visita.
ho impiegato un po’ di tempo ma alla fine ti ho trovato e ti dico che:
sei matta ma sei nata per scrivere ste cose,baci
Se è vero che sono nata per scrivere queste cose, è proprio perché sono matta! Ahahah!
Ciao carissima!!!
Ma…. e…. hem…. dunque…. io non saprei come commentare ma…. si… ecco…. l’ho stampato e l’ ho dato a Giovanna perché giudicasse lei… sembra essere molto soddisfatta… Ma… adesso che mi guardo intorno…. anche le altre consorelle sembrano molto serene… Mah?
Cara Suor Daliso, mi hai dato una notizia bellissima perché: “non c’è cosa più bella della serenità di una consorella”! Ahahah!
‘non v’ è cosa più intrigante che far lieto Santo e fante!’
Per i Santi non garantisco… per i Fanti… beh, se la padrona ti fa la “grazia” di lasciartene qualcuno libero… eh eh!
triste racconto, povera Giselle…
Hai ragione, caro Roberto! Ma sono sicura che prima o poi Giselle si vendicherà… e saranno guai per tutti!