Le Pillole della Padrona – “Bacio al vetriolo”

BACIO AL VETRIOLO – breve racconto erotico 

“Le bloccò i polsi con forza e si staccò da lei”: è la Pillola offerta dalla padrona

Sebbene in anticipo era così ansiosa che decise di avviarsi comunque. Scese i gradini a passo svelto e deciso, incurante del rumore procurato in piena notte dalle scarpe lucide, convinta che il palazzo fosse vuoto e che non avrebbe incrociato nessuno per le scale.

Le Pillole della Padrona - "Bacio al vetriolo" Breve Racconto
Le Pillole della Padrona – “Bacio al vetriolo”

E invece sentì che qualcuno era entrato dal portone e si trovava all’ingresso. Si fermò a metà scalinata, indecisa se continuare o tornare indietro rinunciando suo malgrado  all’ennesimo incontro adulterino. Udì dei passi: qualcuno stava salendo ai piani superiori e lei non avrebbe più fatto in tempo a tornare in casa. Si fermò e attese.

Era lui, e come la vide sul pianerottolo salì i gradini che li separavano due per volta. La squadrò dall’alto in basso spogliandola con lo sguardo, lentamente, braccandola e circuendola come un leone con la sua preda.

Non attese. La attirò a sé prendendola per i capelli, la fissò negli occhi per pochi secondi che a lei sembrarono un’eternità e si avventò sulla sua bocca con rabbia, quasi con brutalità.

Non si era mai sentita così desiderata in vita sua e non ebbe né la forza né la voglia di difendersi, anzi dischiuse le labbra e rispose a quel bacio con una passione che non sapeva neanche di possedere. Accecata dal desiderio, si abbandonò con trasporto, pronta a tutto pur di godere fino all’ultimo anelito.

Bacio al vetriolo - breve racconto

Il fuoco che aveva scatenato nell’altro la faceva sentire bellissima e sicura di sé, al punto da prendere iniziative che fino a un minuto prima l’avrebbero fatta vergognare.  Appoggiò le mani sulla cintura dei pantaloni e scivolandoci intorno trovò la fibbia, la slacciò agilmente, toccò ansimando la patta e cominciò ad aprire la zip.

Lui le bloccò i polsi con tanta forza da farle male e si staccò da lei, lasciandola letteralmente di sasso. Richiuse prima la zip e subito dopo la fibbia, fissandola dritta negli occhi, algido e inesorabile.

Mise le mani nella tasca della giacca e ne estrasse una busta “Prendi cara: sai cosa devi fare!” disse in tono sarcastico. Le voltò le spalle e se ne andò, lasciandola sola e disorientata.

Impietrita, fissò quella busta per diversi minuti. Infine la aprì, ne estrasse un documento e lo lesse. Sentì il sangue gelare nelle vene e lacrime amare scorrerle sul volto: era un’istanza di divorzio.

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Pubblicato da Prosdocimi

L'autrice del blog é Prosdocimi, cagnolina cinica e mordace. Vive in Abruzzo insieme alla padrona, che tra un sollazzo e l'altro la ingozza di crocchette e cotiche. C'è anche il padrone, naturalmente. Ma lavora tanto e non c'è mai...

8 Risposte a “Le Pillole della Padrona – “Bacio al vetriolo””

  1. Ma… insomma… ecco… ma non poteva inventarsene una delle sue? Se è vero che le donne ne sanno una più del Diavolo (monache comprese) la padrona ne sa almeno due! Sai che ci è capitato qualcosa di simile recentemente in convento? Giovanna, come sai, non ha il permesso di accedere ad internet ma può farmi da mozzo nelle navigazioni; fatto sta che, sotto suo consiglio, mi sono iscritta (o, per meglio dire: ho iscritto la Superiora che è una persona piuttosto… pesante!) ad uno strano concorso che offriva al vincitore una quantità di cioccolata pari al suo peso corporeo. Incredibile a dirsi ma abbiamo vinto la bellezza di centoventi (dico:120) chili di cioccolato! A quel punto il problema era far passare inosservata la voluminosa consegna. Abbiamo provato a corrompere i corrieri, a cercare complici con maggior libertà d’ azione (Don Eraldo è quasi morto di vergogna quando le foto che lo ritraevano travestito da Superiora sono apparse in rete! Ma la colpa è sua: se solo avesse accettato di usare i baffi finti sarebbe stato credibile!), Giovanna ha persino preparato personalmente una tisana rilassante con strane foglioline palmate e seghettate per la Superiora ma non c’è stato nulla da fare: ci ha scoperte! Io non sono brava in matematica ma suor Ughetta (la ragioniera) sì e mi ha aiutata a fare i conti: siamo 70 monache (Superiora esclusa) che moltiplicato per 2 (il numero di volte che ci permette di battere il Malvagio) fa 140; sottrai 2 (Don Eraldo travestito? Non ha ingannato il corriere, figurati il Demonio!) e siamo a 138. Ne consegue che la Superiora batte tutti 276 a 0 (non per niente è la Superiora!).
    Il lieto fine, però, l’ abbiamo avuto comunque: non ti immagini la felicità dei poveri quando si sono si sono visti sommergere da 100 chili di cioccolato!!!
    ‘E gli altri 20 chili?’, domanderai tu! Beh… ma questa è un’altra storia….

    1. Ih ih… in effetti i conti non tornano, mia devota lettrice!
      Comunque, mi piace pensare che i 20 chili di cioccolata “volatilizzati” siano stati donati alla povera fedifraga di cui alla Pillola per consolarla dalla batosta presa!
      Se consideri poi che la cioccolata è fatua e peccaminosa, va da sé che la sua rinuncia avvicina a quella “salvezza eterna” tanto agognata da persone pie come te, Giovanna, la Superiora, Don Eraldo e – infine – Suor Ughetta!
      Slappini a tutte voi e tante ma tante cotiche!

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